(Google による翻訳)サンタ・キアラ教会は、同名の地区、つまり新石器時代初期から既に居住地であった地域に位置し、中世のイグレシアス城壁の中心に位置し、現在の市庁舎広場を見下ろしています。この教会は最も重要な建造物であり、人々の注目を集める中心地でもありました。18世紀後半から19世紀半ばにかけて、司教館と市庁舎の建設のきっかけとなったほどです。ロマネスク様式の強いアクセントが特徴的なゴシック様式の建物のうち、切妻のファサードが現存しています。尖頭窓に囲まれたオクルス(現在は消失)、円形のアーチを持つアーキトレーブ付きの門、そして1284年から1288年にかけて建てられた側壁の一部と左側のルネット門も残っています。1258年以降、イグレシアスの領地を封建したウゴリーノ・ドノラティコ・デッラ・ゲラルデスカ伯爵の命により建てられたこの建物は、「オペラ・エクレシア・サンクテ・クララエ」の活動と関連していましたが、多くの著述家がその歴史的出来事を語り継いでいるものの、証拠となる文書資料がないため、クララ会の架空の修道院とは無関係であるようです。この教会は、1502年からイグレシアス教区が廃止されるまで、スルキス大聖堂の所在地でした。その後、1736年に正式に大聖堂の称号を取り戻しました。当初の単身廊構造は、トラスで支えられた木造切妻屋根を備えており、その後の改修後もコーベルが残されていることからもそれが分かります。16世紀後半の大規模な改修によって、教会は大きく変貌を遂げました。この際、ゴシック・カタルーニャ様式の教育を受けた職人たちが、おそらくスタンパチーノのピカペドレ(祭壇画家)メルキオーレ・サンナ(サンタ・マリア・ディ・バルベルデ教会の司祭席のヴォールトを制作した人物)の指導の下、ホールを拡張し、一段高い正方形の司祭席と3つの大きな長方形のベイを造りました。ベイはすべて、ペンダント型の宝石と、トーラスと溝が彫り込まれた二色のリブを備えた精巧な星形のヴォールトで覆われ、コーベルの上に設置されていました。そのうち2つには、それぞれ1576年と1588年のセルラリオ(柱頭)が取り付けられていました。その後、ヴォールトの圧力に対抗するため、両側に2つの側礼拝堂が設けられました。どちらも十字形のヴォールトで覆われ、さらに2つの大きな正方形平面の礼拝堂(現在は八角形のパビリオン・ヴォールト)が設けられ、現在のラテン十字の図像的構成を決定づけています。キーストーンとコーベルには、サン・フランチェスコ・イグレシアス教会の装飾に着想を得た、植物擬人化装飾が豊かに施されていますが、元のものからは大きく異なっており、これはおそらく地元の石工の介入によるものでしょう。身廊全体を覆う新しい星型ヴォールトの屋根は、この島の標準的な後期ゴシック様式の屋根の類型と比較すると、イグレシアス大聖堂をかなり特異な立場に置いています。島では、明らかな経済的な理由から、この手法は司祭席や最も重要な側礼拝堂にのみ採用され、身廊にはより控えめで伝統的に実績のあるトラスアーチとダイヤフラムアーチ、あるいはバレルヴォールトが採用されていました。(Sardegna Cultura)
(原文)
La chiesa di S. Chiara sorge nel quartiere omonimo, in un’area già frequentata nel Neolitico antico e in
posizione centrale rispetto alla cinta muraria medioevale di Iglesias, prospiciente l’attuale piazza del
Municipio della quale costituisce l’emergenza più significativa e il polo di attrazione tanto da determinare, tra
fine Settecento e metà Ottocento, il sorgere del Palazzo vescovile e della Casa comunale. Dell’originario
impianto gotico dai forti accenti ancora romanici sopravvive la facciata a spioventi – con oculo rinserrato
entro finestre archiacute, oggi obliterate, e portale architravato con arco di scarico a tutto sesto –, parti di
muratura laterali e un portale lunettato sul fianco sinistro, collocabili in un arco cronologico che dal 1284
arriva al 1288. Eretto per volontà del conte Ugolino Donoratico della Gherardesca, alla cui famiglia il territorio
di Iglesias venne infeudato dopo il 1258, l’edificio fu collegato all’attività dell’“opera ecclesiae Sanctae
Clarae”; sembrerebbe svincolato, invece, da un ipotetico monastero delle Clarisse, più volte citato da
numerosi autori che ne hanno ripercorso le vicende storiche, ma privo di qualsiasi testimonianza
documentaria. La chiesa ospitò la cattedra sulcitana dal 1502 fino alla soppressione della diocesi di Iglesias;
quindi riacquistò definitivamente il titolo di cattedrale nel 1736. La primitiva struttura mononavata, con
copertura lignea a due falde su capriate, come attestano le mensole di appoggio sopravvissute alle
successive modifiche, venne stravolta da importanti interventi nella seconda metà del XVI secolo. In tale
occasione maestranze di educazione gotico-catalana, probabilmente sotto la guida del picapedrer
stampacino Melchiorre Sanna (lo stesso che realizzò la volta presbiteriale della chiesa di S. Maria di
Valverde), ampliarono l’aula creando il presbiterio quadrato sopraelevato e tre ampie campate a pianta
rettangolare, tutte coperte da elaborate volte stellari con gemme pendule figurate e costolonatura dicroma
modanata a tori e gole, gravante su peducci due dei quali hanno il serraglio datato rispettivamente al 1576 e
al 1588. Successivamente, per contrastare le spinte delle volte, vennero aperte due cappelle laterali per
parte, entrambe coperte con volta a crociera, e, ancora, due ampi cappelloni a pianta quadrata (con volte
oggi ottagonali a padiglione) che determinano l’attuale configurazione icnografica a croce latina “immessa”.
Chiavi di volta e peducci presentano una ricca decorazione fito-antropomorfa ispirata a quella della chiesa
iglesiente di S. Francesco, ma con un sensibile scadimento rispetto al modello, determinato con ogni
probabilità dall’intervento di picapedrers locali. La nuova copertura a volte stellari che interessa l’intera
navata pone la cattedrale di Iglesias in una posizione abbastanza anomala rispetto alla tipologia canonica
delle coperture del Tardogotico isolano che, per ovvi motivi economici, preferiva adottare tale soluzione
soltanto nei presbiteri o nelle cappelle laterali più importanti, riservando all’aula il più modesto e
tradizionalmente collaudato sistema a capriate e archi diaframma o la volta a botte. (Sardegna Cultura)