(由 Google 翻译)都灵圣容教堂由瑞士建筑师马里奥·博塔设计,建于2004年至2006年间,是斯皮纳3号(Spina 3)沿线废弃工业区重大城市重建项目的一部分,该工业区位于圣多纳托(San Donato)、平原圣母(Madonna di Campagna)和帕雷利亚(Parella)街区之间。该项目将这片昔日的工人阶级聚居区——曾经遍布工厂和钢铁厂——改造成一个全新的住宅区,并配有一个大型城市公园。正是在这个区域,教区认为有必要建立新的牧灵机构,于是在博尔加罗街(Via Borgaro)和瑞士大道(Corso Svizzera)的交汇处,建造了21世纪都灵的第一座教堂。教堂历经数次推迟和延期,最终于2006年12月8日正式落成,占地约12000平方米,其中包括总教区的新办公室、一个地下多功能厅、一个带门厅的会议中心以及两层停车场。这座宗教建筑与其说是一座礼拜场所,不如说更像是一座工业综合体,它沿着中心平面展开,其特点是七座35米高的塔楼作为天窗,产生垂直自然采光。这些塔楼支撑着一个由实心和空心模块构成的金字塔形穹顶,教堂旁边,一个原有的烟囱被改造成一座现代化的钟楼,顶部设有金属螺旋楼梯和十字架。钟则位于底部,安装在教堂墓地旁的金属结构中。教堂内部,祭坛面向城市,祭坛后方矗立着一幅以像素化效果呈现的裹尸布圣容浮雕。整个建筑群是博塔建筑愿景的结晶,他以运用强烈的几何体量、砖石等传统材料以及由大裂缝切割和穿孔的体量形式语言而闻名。尽管教堂具有象征意义和建筑野心,但其建造过程却饱受争议,主要原因是其高昂的成本。根据《新闻报》2005年的两篇文章,预计总成本约为2500万欧元,其中超过50%由CRT基金会、圣保罗公司和皮埃蒙特大区承担,约200万欧元来自天主教会“千分之八”的退税。然而,其他消息来源估计成本约为3000万欧元。然而,根据负责详细设计和施工管理的El Engineering s.r.l.公司的官方报告,整个教区建筑群的总成本超过3800万欧元。教会内部对此的争论尤为激烈,以社会责任感著称的卡洛·卡莱瓦里斯神父公开反对这项数百万欧元的投资,强调都灵存在更紧迫的社会紧急情况。另一方面,圣沃尔托(Santo Volto)的首任本堂神父朱塞佩·特鲁科(Giuseppe Trucco)为该项目辩护。该项目经都灵神父内部投票批准,最终以52%的赞成票和48%的反对票决出胜负。总而言之,该项目引发的质疑多于共识。选择用都灵裹尸布的图案来代表“圣容”本身就显得颇为奇怪——自20世纪80年代以来,科学界已将都灵裹尸布认定为可追溯至13-14世纪的中世纪文物。此外,除了个人对建筑作品的看法之外,天主教会大量使用原本用于慈善事业的公共资金和资源,用于建造和维护一座名副其实的“沙漠大教堂”,至少可以说,整个项目本身就值得怀疑。
(原文)
La Chiesa del Santo Volto di Torino, progettata dall’architetto svizzero Mario Botta, è stata realizzata tra il 2004 e il 2006 nel contesto di un'ampia riqualificazione urbana dell’area industriale dismessa lungo la cosiddetta Spina 3, tra i quartieri San Donato, Madonna di Campagna e Parella. L’intervento ha trasformato l’ex zona operaia – un tempo sede di fabbriche e acciaierie – in un nuovo quartiere residenziale, dotato di un grande parco urbano e, proprio in questa zona dove la diocesi riteneva necessaria una nuova presenza pastorale, è sorta la prima chiesa costruita a Torino nel XXI secolo, all’incrocio tra via Borgaro e corso Svizzera. Inaugurata l’8 dicembre 2006, dopo diversi rinvii e ritardi, si trova all'interno di circa 12000 metri quadrati che comprendono i nuovi uffici della Curia Metropolitana, una sala polivalente sotterranea, un centro congressi con foyer e due livelli di parcheggi. L’edificio religioso, più simile ad un complesso industriale che ad un luogo di culto, si sviluppa su pianta centrale ed è caratterizzato da sette torri alte 35 metri che fungono da lucernari, generando un’illuminazione naturale verticale. Queste torri sorreggono una cupola piramidale fatta di moduli pieni e vuoti mentre, accanto alla chiesa, una ciminiera preesistente è stata trasformata in un campanile moderno con una sorta di scala elicoidale in metallo e una croce in cima. Le campane, invece, si trovano alla base, incastonate in una struttura metallica accanto al sagrato. All’interno, l’altare è rivolto verso la città e, alle sue spalle, si staglia una raffigurazione in rilievo del Santo Volto della Sindone, realizzata con effetto pixel. L’intero complesso è frutto della visione architettonica di Botta, noto per l’uso di volumi geometrici forti, materiali tradizionali come mattone e pietra e un linguaggio formale costituito da volumi tagliati e traforati da grandi spaccature. Nonostante l’ambizione simbolica e architettonica, la costruzione della chiesa è stata accompagnata da numerose polemiche, soprattutto a causa dell’elevato costo dell’opera. Secondo il quotidiano "La Stampa", in due articoli del 2005, la spesa prevista, coperta per oltre il 50 per cento da Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e Regione Piemonte e per circa 2 milioni di euro dall’8 per mille alla Chiesa Cattolica, era di circa 25 milioni di euro. Altre fonti accennarono, invece, a un costo di circa 30 milioni di euro tuttavia, secondo quanto riportato ufficialmente da El Engineering s.r.l., responsabile della progettazione esecutiva e della direzione dei lavori, la cifra totale ha superato i 38 milioni di euro per l’intero complesso parrocchiale. Il dibattito è stato particolarmente acceso all’interno della stessa comunità ecclesiale in cui don Carlo Carlevaris, noto per il suo impegno sociale, si è opposto apertamente all’investimento milionario, sottolineando l’esistenza di emergenze sociali più urgenti a Torino. Dall’altro lato, don Giuseppe Trucco, primo parroco del Santo Volto, ha difeso il progetto, approvato con una votazione interna tra i sacerdoti torinesi, conclusa con una spaccatura netta: 52 per cento a favore contro 48 per cento contrari. In conclusione, si tratta di un'opera che suscita più perplessità che consensi. Già la scelta di rappresentare il "Santo Volto" proprio con l’immagine della Sindone di Torino — riconosciuta dalla comunità scientifica, già dagli anni Ottanta del Novecento, come un manufatto medievale risalente al XIII-XIV secolo — appare di per sé piuttosto singolare. Inoltre, al di là delle opinioni personali sull'opera architettonica, l’ingente impiego di fondi pubblici e di risorse presentate dalla Chiesa Cattolica come destinate ad opere caritative, per la costruzione e la successiva manutenzione di una vera e propria "cattedrale nel deserto", rende il progetto nel suo complesso quanto meno discutibile.